Il tensoplast viene utilizzato spesso e in diversi sport in quanto permette, dopo lesioni capsulo legamentose, una ripresa più rapida dell’attività agonistica.

A volte però viene sottovalutata l’esperienza necessaria al suo confezionamento, la cui preparazione resta alla mercè di tutti. Importante è quindi affidarsi a mani esperte affinché lo stesso bendaggio possa conferire stabilità all’articolazione senza ostacolare la circolazione sanguigna nè impedire le lesioni cutanee da trazione dovute allo scorretto posizionamento dei tiranti. E’ importante sottolineare che la tecnica di confezionamento di bendaggio funzionale non implica l’autoapplicazione.

Ricordare sempre che ogni bendaggio non deve limitarsi alla caviglia stessa ma iniziare dall’avampiede e terminare almeno fino metà gamba.

Nel confezionare il bendaggio si chiede al paziente di mantenere la caviglia flessa a 90°.

A discrezione dello specialista che lo prepara, è possibile tutelare maggiormente l’articolazione preparando due strisce (Fig.a) definite staffe laterali, ponendole una medialmente ed una lateralmente all’articolazione. Porre attenzione che le stesse inglobino il retropiede ed avvolgano i malleoli, facendole terminare a metà gamba (Fig.b).

E’ molto importante valutare il lato debole e dolente della caviglia mediante un accurato esame obiettivo o chiedendo all’atleta come sia avvenuta la distorsione: come spiegato questo compartimento è generalmente quello laterale, con distrazione del Legamento Peroneo Astragaleo Anteriore (Fig.1a, Fig.3a). Da questo si intuisce come creare il primo tirante del “bendaggio a 8”: in questo caso, per riparare il compartimento laterale del Legamento Peroneo Astragaleo Anteriore, partendo all’avampiede lato esterno (Fig.4a, Fig.4b, Fig.5c) si passa sul dorso del piede  (Fig.4c, Fig5d),  circondando il tendine d’Achille, ricoprendo successivamente il malleolo laterale (Fig.4d, Fig.5e) per poi ridiscendere con il tensoplast sull’avampiede stesso.

Si compiono diversi “giri a 8”, cercando di inglobare totalmente il tallone, quindi il retropiede e il tendine d’Achille (Fig.5f), spostando leggermente il bendaggio verso la radice dell’arto.

Controllare costantemente la cute sottostante, evitando grinze del bendaggio, prestando attenzione che lo stesso non sia troppo stretto e non crei problemi di trazione. Superato il dorso del piede si conclude il bendaggio a metà gamba.

A bendaggio ultimato l’atleta avvertirà una maggior stabilità della caviglia, in relazione a come sia stato confezionato il bendaggio, garantendo una maggior resistenza sia durante la deambulazione normale che nell’effettuare esercizi propri della sua attività sportiva.

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