“Almeno 7 italiani su 10 devono fare i conti quotidianamente con la lombalgia. E un lavoratore su tre resta a casa per questo motivo”. www.ilsole24ore.com
Si stima che tutte le persone, almeno una volta nella vita, abbiano avuto a che fare con il mal di schiena (definito meglio in termini medici come lombalgia – dolore lombare – o dorsalgia – dolore dorsale) ma non tutti sanno che spesso la causa è da ricercare in un appoggio plantare scorretto.
Circa l’80% degli italiani ha sofferto almeno una volta nella vita di questa patologia che rappresenta senza dubbio uno tra i disturbi più frequenti in ambito ortopedico. Il mal di schiena è la seconda causa di assenza per malattia dal lavoro ed è una delle principali cause di assunzione di farmaci antinfiammatori ed antidolorifici.
Fortunatamente oltre il 90% degli episodi di dorso-lombalgia si risolve in breve tempo ma è importante che questa situazione venga sempre considerata come un spia d’allarme che il corpo invia per segnalare che qualcosa non funziona correttamente.
Le cause dell’enorme diffusione di questa patologia sono da ricercare nello stile di vita del terzo millennio, improntato alla sedentarietà nella vita sociale e nel lavoro e nella diffusione dell’ obesità, ormai sempre più un problema socio-sanitario, evidente anche in età pediatrica e causa di importanti sollecitazioni meccaniche alla colonna vertebrale.
Non di rado la causa della lombalgia va ricercata in un appoggio plantare scorretto: infatti problemi di appoggio plantare dovuti a conformazioni del piede particolari o, più spesso, all’ abuso di calzature inadeguate possono determinare una distribuzione scorretta del carico plantare e di conseguenza una postura scorretta della colonna vertebrale.
Il piede normoconformato deve possedere 3 archi (arco mediale, arco laterale ed arco trasverso) e poggiare al suolo in soli tre punti (testa del primo metatarso, testa del quinto metatarso e calcagno).
Le abitudini posturali scorrette col passare del tempo finiscono per determinare uno sbilanciamento dell’assetto fisiologico del corpo con l’assunzione di posizioni compensatorie che a loro volta scompensano ulteriormente lo squilibrio iniziale. Anche l’uso di calzature considerate non indeguate o non correggere prontamente un appoggio plantare scorretto finiscono per procurare male non solo alla sede plantare (fasciti plantari o in una seconda fase speroni calcaneari) ma anche e soprattutto alla colonna vertebrale.
Nel corso degli ultimi anni la ricerca biomeccanica è sempre più portata allo sviluppo e sperimentazione di calzature basculanti che possono aiutare a mantenere una postura corretta prevenendo tutti quei problemi di dolori ai piedi e alla schiena che derivano da posizioni non fisiologiche. Questo tipo di calzature riesce anche a generare durante la normale deambulazione un positivo massaggio in sede plantare ed una stimolazione dei muscoli posturali grazie ad un sano esercizio fisico costante e impercettibile.
Una suola convessa e dondolante fa sì che il piede non abbia un appoggio stabile ma che oscilli costantemente avanti e indietro costringendo chi le indossa a continui ed involontari micro-aggiustamenti del baricentro.
In questo modo sia i muscoli degli arti inferiori che gli addominali vengono sollecitati, la postura viene continuamente modificata ed il peso del corpo non grava sempre sugli stessi punti.
Tali calzature possono essere d’aiuto per combattere dorso-lombalgie e le contratture muscolari dovute ad una cattiva postura.
Dal punto di vista della stimolazione posturale funzionano bene soprattutto per chi passa molto tempo in piedi. Queste scarpe sono un concentrato di tecnologia perché le suole contengono dei cuscinetti studiati per imitare la postura che il corpo adotta naturalmente quando cammina a piedi nudi su di un terreno morbido.
Spesso per migliorare dorso-lombalgie può essere sufficiente migliorare la calzabilità delle proprie scarpe applicando solette e plantari in lattice o gel, efficaci nell’attutire gli urti contro il terreno durante la deambulazione e la corsa favorendo quindi l’adattamento del piede alla scarpa.