Le lesioni dei legamenti possono interessare uno o più di essi contemporaneamente: Legamento Crociato Anteriore (LCA), Legamento Crociato Posteriore (LCP), Legamento Collaterale Mediale (LCM) o interno, e Legamento Collaterale Laterale (LCL) o esterno.

La lesione può variare da una semplice distrazione delle fibre del legamento ad una rottura parziale o completa dello stesso. La lesione legamentosa classica è quella del LCA; ruolo di questo legamento è impedire lo “scassettamento” anteriore della tibia sul femore ed il movimento di torsione tibiale.

Il classico movimento di varo rotazione interna per cui si lesiona è rappresentato da un repentino movimento di torsione del femore a tibia ferma (“…il calciatore che tenta di girarsi per prendere il pallone ma il piede rimane bloccato per i tacchetti infissi nel terreno…”).

La seconda lesione per eccellenza è quella del LCM, diffusa tra gli sciatori: l’atleta avverte la sensazione “…come se il ginocchio si aprisse verso l’esterno…” generando quindi un trauma in valgismo.

Il trattamento immediato delle lesioni legamentose consiste in alcuni semplici provvedimenti: applicazione di ghiaccio (con le regole viste in precedenza), camminare senza appoggiare l’arto ed assumere antidolorifici. Sarà necessaria l’esecuzione di una radiografia per escludere una concomitante frattura, seppur minima, che possa far variare l’iter terapeutico. Dopo qualche settimana saranno utili indagini strumentali di secondo livello (TC o Risonanza Magnetica) per valutare meglio la lesione e confermarne la presenza.

L’iter terapeutico consiste nell’immobilizzazione per almeno 35 giorni a ginocchio flesso 30° per una lesione del LCM e in un intervento chirurgico di ricostruzione legamentosa per una lesione del LCA. Generalmente quest’ultimo avviene per via artroscopica, con tendini autologhi (cioè prelevati da lui stesso) reimpiantati nel ginocchio e fissati con viti biocompatibili sia al femore che alla tibia.

Ai giorni nostri il recupero dopo intervento di ricostruzione del LCA è rapido, non sono necessari tutori o altri mezzi di immobilizazione, ed il paziente riprende a camminare già il giorno seguente. Un’accortezza è la ripresa sportiva: per ottimizzare l’osteointegrazione del neo legamento all’osso sono necessari almeno cinque mesi di astensione dall’attività sportiva agonistica.

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