La caviglia è la struttura anatomica che connette le 28 ossa del piede alle ossa tibia e perone della gamba.

Questo complesso articolare è stabilizzato da numerosi legamenti che possiedono due funzioni principali: la funzione meccanica di stabilizzazione e la funzione propriocettiva di percezione del segmento corporeo rispetto al suolo.

Lo scheletro del piede comprende tre gruppi di ossa che si succedono in senso prossimale-distale. Il retro piede è formato dalle due ossa maggiori del piede sovrapposte l’una all’altra in altezza: l’astragalo e il calcagno. Il mesopiede è costituito da cinque ossa più piccole: lo scafoide, il cuboide e i tre cuneiformi; esso insieme al retropiede forma il tarso. Da ultimo, l’avampiede è costituito da cinque raggi ossei affiancati costituiti da ossa lunghe e sottili, i metatarsi, a cui si articolano le ossa delle dita, le falangi (2 falangi per l’alluce e 3 falangi per le restanti dita).

L’articolazione tibio-tarsica è delimitata  superiormente, internamente e lateralmente  dalla tibia e dal perone; inferiormente ritroviamo invece l’astragalo. L’astragalo si incastra nella cavità cilindrica che si genera tra la tibia e il perone. Una capsula fibrosa rivestita internamente da membrana sinoviale delimita la cavità articolare.

Due complessi legamentosi rinforzano la capsula: uno mediale più robusto, e uno laterale. Il legamento mediale, detto Legamento Deltoideo per la sua forma triangolare, possiede dei fasci che si dirigono dal malleolo tibiale verso  lo scafoide, l’astragalo e il calcagno. Il legamento laterale, meno robusto, è composto invece da tre fasci ben distinti: Legamento Peroneo Astragaleo Anteriore, Leg. Peroneo Calcaneare e Leg. Peroneo Astragaleo Posteriore.

L’articolazione che connette l’astragalo al calcagno, importante anch’essa nel movimento della caviglia, viene definita Articolazione sotto-astragalica.

Nella caviglia il peso del corpo si scarica sull’astragalo, poi si distribuisce sulle arcate plantari. Nel piede invece si distinguono funzionalmente due zone: una esterna (composta dal calcagno e dagli ultimi due metatarsi e rispettive falangi) sulla quale grava prevalentemente il peso del corpo, e una interna (formata dall’astragalo e dalle restanti ossa del tarso e dai primi tre raggi) con funzioni propulsive. Il piede scarica al suolo il peso del corpo quindi su tre principali punti d’appoggio: la porzione posteriore del calcagno, la testa del primo e quinto osso metatarsale. Si delineano così i cosiddetti “archi plantari”. Nel caso in cui l’arco plantare mediale (interno) fosse ridotto si può parlare di “piede piatto”; nel caso in cui quest’ultimo fosse accentuato di “piede cavo”.

Il principale movimento della caviglia è la flesso-estensione: essa si realizza attorno l’asse trasversale che attraversa i due malleoli. Il range di movimento è compreso tra i 50° (massima flessione) e i 20° (massima estensione). La flessione è più ampia a ginocchio flesso, per la minor tensione dei muscoli posteriori del polpaccio.

La caviglia è maggiormente stabile quando è in flessione: infatti quando essa è estesa l’astragalo è meno contenuto nella   pinza tibio-peroneale a causa della sua conformazione anatomica più piccola posteriormente.

L’Articolazione sotto-astragalica permette invece i movimenti  nei  tre  piani  dello  spazio. Oltre alla  flesso-estensione attorno l’asse trasversale quest’ultima articolazione consente  movimenti  attorno l’asse sagittale: la supinazione è quel movimento che porta la pianta del piede verso l’interno, la pronazione è invece il movimento opposto. Le restanti articolazioni (mediotarsica, tarsometatarsica e quelle più distali) interessano movimenti intrinseci dell’avampiede con minore effetto sulla dinamica della caviglia. 

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